Le amiche a cui piace ricamare a macchina e che mi sostengono: GRAZIE!

venerdì 30 aprile 2010

Eccoci ci siamo....

Questo solo per dirvi che da domani 1 maggio 2010 potete curiosare nel mio nuovo e-shop di materiali per ricamo e abbigliamento.
Vi chiedo solo di avere pietà di me: chi mi ha aiutata a fare questo e-shop è partito per le ferie e sarà completo un po' più avanti nel tempo, come tutto il sito che è mooooooooooooolto incompleto. Se avete bisogno potete contattarmi tramite il sito oppure tramite mail: sa.fil@tele2.it
Cercherò di accontentare tutte, sia per i materiali che per i consigli di lavorazione. Lo faccio molto volentieri perchè siete state tutte molto carine con me.
L'indirizzo web è
http://www.safil.eu
e quelle che vedete non sono le mie macchine, spero che il mio informatico di fiducia torni presto dalle meritate vacanze e che piano piano tutto venga messo a posto. Vi aspetto!
Strabaciotti da Alice

Patch o scudetti: che passione!

Le patch o scudetti (anche dette patacche perchè tante volte salvano gli indumenti da buchi e/o macchie) sono molto usate e quindi molto richieste. Per eseguirle correttamente ci sono vari metodi, ma uno dei più usati è quello che vi spiegherò di seguito. Questo metodo consente di fare delle patch sia con ricamo pieno che con i vari cosiddetti fondi (raso turco, feltro o tessuto a piacimento), per poi poter essere cucite, termoincollate o eseguite con il velcro nel retro.
Il primo passaggio, come al solito è la punchatura/digitalizzazione. Per le patch il ricamo ha bisogno di un bordo di contenimento fatto a cordoncino fitto e largo dai 3 ai 5 mm., meglio ancora se fatto con il comando di "applicazione" che fà 2 passaggi di cucitura e poi quello di cordoncino in automatico. Serve per evitare lo sfilacciamento della patch, per rifinitura e per contenimento di una eventuale cucitura sul capo.
Il secondo passaggio è l'intelaiatura, che và fatta con uno stabilizzatore/flisellina apposita, soprattutto se poi andiamo a termoincollare la patch. Questo tipo di stabilizzatore non è a strappo ed è studiato per tenere tesa la tela nel caso di un ricamo dove rimane il fondo a vista tipo le patch ad etichetta con i nomi.
Nella foto sotto vedete lo stabilizzatore per patch e il raso turco che vengono intelaiati insieme. Per tenere momentaneamente fermi i due strati basta una spruzzata di colla temporanea. Alle volte lo stabilizzatore per scudetti ha una parte lucida ed una opaca: quella lucida deve andare a contatto con il fondo mentre quella opaca deve restare come rovescio del ricamo.






Eseguito il ricamo, togliete dal telaio tutto e cominciate a tagliare le patch a filo del bordino di contenimento, fate attenzione a non tagliare il filo del ricamo.






Se il ricamo lo avete fatto con filo in poliestere e il fondo è sintetico, potete ricorrere all'accendino. NON fatelo con il rayon, viscosa e cotone, PIGLIEREBBERO FUOCO!
Si passa la fiamma dell'accendino a 3/5 cm. velocemente e vedrete i bordini sfilacciati rientrare nel cordoncino. Si può usare lo stesso metodo anche per far rientrare le asole che si formano quando il filo del ricamo non scorre bene., ma fate delle prove prima di usarlo perchè ci vuole un po' di esperienza.



Ed ecco la patch finita e a prova di bimbi scatenati.



Adesso potete pre-termoincollarla, cucirla o attaccarci il velcro dietro.

Alla prossima!

domenica 18 aprile 2010

Il silicone

Rispondo pubblicamente al commento di DENI (carissima persona) che ha postato relativamente al tutorial "Filo metallico".
Vorrei spiegare una cosa: in commercio esistono migliaia di prodotti che non sempre fanno bene. Uno di questi è il silicone spray. E' vero, fà scorrere il filo quando non ne vuole sapere di andare avanti (soprattutto sulle monotesta testone), ma non serve a questo! Il silicone spray si volatilizza facilmente e il solvente con il gas che escono non sono di certo salubri. Senza contare che bisogna continuamente spruzzarlo sulla rocca di filo, perchè non penetra a fondo.
Ma allora a cosa serve il silicone spray?
Serve per tenere puliti gli aghi quando si usa lo stabilizzatore/frisellina autoadesiva e per impermeabilizzare scarpe e giacche a vento dopo numerosi lavaggi.
Ohhhhhhhhhh, ma come si fà a rendere più scorrevole il filo?
Esiste in commercio, ma solo per industria e in quantità industriale (taniche), un olio tessile apposito per far scorrere il filo. Si può usare in due maniere: per chi ha la monotesta (SWF, PR600, ecc) si può applicare sul tendifilo una speciale vaschetta dove si fà passare il filo, che viene bagnato in dose giusta. Oppure per tutte le macchine si diluisce quest'olio (una parte di olio e 3 di acqua pari ad una soluzione al 25%), si versa in un contenitore e poi si mettono a bagno le rocche. Si lasciano una notte, poi si scolano e si mettono ad asciugare. Di inverno si possono mettere sui termosifoni con dei stracci sotto (altrimenti si ungono), di estate all'aria aperta in luogo ventilato (và bene anche sulla terrazza). Questo metodo fà in modo che tutto il filo si riempia di olio, compreso quello avvolto più all'interno della rocca.
Poichè questo prodotto non è facilmente reperibile a livello hobbistico, mentre noi in laboratorio lo usiamo, vedrò di metterlo a disposizione sul mio e-shop.
Ne esiste anche un altro tipo, sempre non facilmente reperibile, che invece di essere a base di olio è a base di silicone. Altrettanto buono (testato da noi) vedrò di riuscire a reperirlo e a darvi le varie specifiche di uso.
Comunque quelli che noi consideriamo filati "cari" hanno una prerogativa: sono già stati trattati con questi prodotti o con una nuova tecnica che si chiama CERATURA.
Peccato che come sempre non venga segnalata la differenza dai produttori e non venga spiegata da nessuno...
Un baciotto a tutte

sabato 17 aprile 2010

Filo metallico: odiato e amato

Questo post sarà senza foto, ma conterrà una piccola spiegazione sul filo metallico.
A noi donne piace parecchio, ma per eseguire un ricamo dobbiamo diventare matte. Ma perchè rinunciare?
Innanzitutto facciamo una piccola differenza: ci sono fili metallici e lamè. La differenza tra i due è visibile, il primo è un'anima solitamente di nylon o poliestere comletamente foderata da una lamina che può essere di alluminio (costo più basso e minore facilità nel rovinarlo nei lavaggi) o di argento (costo maggiore, facilità nel rovinarsi o scurirsi ai lavaggi ma brillantezza unica). Questo dà visivamente l'aspetto al filo, di un "filo di metallo" e il ricamo risulterà più rigido e di aspetto metallico. Il secondo è composto di poliestere colorato e lamina di alluminio, argento, olografato o nylon con pigmenti metallici, ritorte insieme. Ha un aspetto più melangiato e quando viene ricamato rimane più morbido e colorato.
Passiamo al ricamo con questi fili! Innanzittutto la tensione superiore deve essere un po' più morbida rispetto al ricamo normale. Essendo, in tutti e due i casi un filo delicato, non deve essere troppo teso pena la rottura del filato stesso. In particolar modo il metallico che risulta leggermente elastico: con tensione troppo stretta, se non spezza il filo, lo sfilaccia e lo rende ancora più rigido.
Ago finezza 80, 90 o 100 e nuovo, ha bisogno di punte perfette! Fate attenzione a cambiarlo spesso perchè, come dicevo nel post delle forbici, la sottile lamina rovina parecchio e così è anche per le punte degli aghi. Altra cosa importante è la velocità, và abbassata. Ci metterà parecchio tempo per ricamare ma non dovrete reinfilare ogni 2 minuti.
Un ulteriore problema è la sfilatura da rocchetto. Quante volte vi ha fatto dei piccoli nodini e poi rotto filo e magari anche ago? Questo si ovvia con due semplici accorgimenti:
1) retina. Esistono in commercio delle apposite retine di plastica (assomigliano un po' a quelle che fanno i sacchi delle patate) che tengono "unito" il filo al rocchetto. si fà passare il capo del filo dall'alto e da sotto si avvolge la retina. Se non le trovate, vanno bene le retine per tenere le fasciature. Sì quelle che si trovano in farmacia e nei supermercati. Mi raccomando la retina deve arrivare un paio di mm. sotto il bordo alto del rocchetto, altrimenti si attacca al filo che si svolge e patatrac... si rompe.
2) se avete un cono o conetto di filo e non il classico rocchettino, appoggiatelo per terra e poi tirate il filo nella infilatura della macchina. Questa distanza dà tempo al filo per distendersi.
Spero di essere stata chiara ma se non avete capito ditemelo che vedrò di postare delle foto.
Un abbraccio a tutte

venerdì 16 aprile 2010

Questi siamo noi...

Ciao a tutte. Oggi volevo presentarvi quelli che considero i miei pargoletti.



Questo è il vecchio cagnone di 14 anni e mezzo, il suo nome è Vez. E' un gran testone, non ubbidisce ed ha paura del papero Ade (Adelina anche se è un maschio)



Questa è Luna, una delle tre cavie peruviane che abbiamo. Mi dà man forte perchè oltre io e lei per ora non c'è nessun'altra femmina in casa... Caratterino forte, non ama gli estranei. Strilla tanto che sembra un antifurto, quando viene presa da chi non conosce.



Questi sono Sole (quello tutto dorato) e Taro (diminutivo di Antaro). Sole è marito di Luna e di solito ha il pelo lungo lungo tanto che sembra un parrucchino che cammina, ma Luna gli taglia il pelo con i denti. Si vede che questo taglio le sembra più giovanile. Taro ci è stato dato da una signora ammalata che non riusciva più a tenerlo. E' giovane, presto compie l'anno, anche se le cavie dovrebbero essere vegetariane, lui mangia wurstel, adora la pizza e il tiramisù e alla mattina diventa pazzo se sente la moka e non gli diamo 2 chcchiaini di caffè.



Questa è Guenda (Guendalina anche se è maschio anche lui). Fratello di Ade, è stato rovinato da una "animalista" quando era pulcino, schiacciato nel prenderlo e così cammina poco o niente perchè i femori gli sono usciti dalle anche.



La sfrontatezza di Taro non ha euguali! la pappa più buona è quella delle oche, e lui le sfida...



Questa foto è stata fatta questa mattina. Ieri è arrivato un "new entry" Nero, che subito mi ha eletto a mamma e vuole essere preso in braccio. Anche lui (o lei, per adesso non sappiamo) rovinato dalla famosa "animalista". Preso da piccolo (ruba i pulcini dal parco comunale) e tenuto per 3 mesi in garage dove vedeva solo lei e niente altro. Un giorno 'sta tipa si è alzata con un meraviglioso pensiero: ma nel garage potrei mettere l'auto.
E così ha riportato la povera bestiola al parco. Nero seguiva tutti i passanti credendoli famigliari, ma veniva continuamente scacciato. Non capendo il rifuto, si è ribellato, beccando a destra e a manca... La gente beccata si è lamentata con il comune, il quale ha chiamato la nostra amica veterinaria dicendole: o la sopprimi o trovi dove metterla! Così è arrivata ieri dopo 15 giorni di burocratiche carte di adozione...
Non ho commenti! Sarebbero stati pronti ad eliminarla senza carte!
Ah, dimenticavo: quella nella foto sono io... e l'altra oca è la peste Ade! Gelosissima.



e infine vi presento Ade, il terrore dell' "allegra fattoria". Crede di essere un cane, è geloso e nessuno può entrare in casa senza la sua approvazione, pena una serie di beccate tremende.

venerdì 9 aprile 2010

Vellutex

Avete mai fatto o visto le felpe che ultimamente spopolano? sììììììììì quelle con la scritta in feltro e il bordino fermato dal ricamo. Belle vero? Ma non durano molto. Con i lavaggi e con l'uso purtroppo il feltro si rovina. Fà quelle brutte palline e si "cotona". E allora? E allora le industrie che vendono prodotti per ricamo a macchina hanno inventato un nuovo materiale che si chiama VELLUTEX. A dire il vero ne hanno inventati anche altri: il pelltex (sembra pelle) e il glitter soft (un materiale luccichino, una meraviglia).
Come si usa?
Ve lo spiego:
innanzittutto il primo passaggio riguarda la punchatura. Questi tipi di materiale hanno bisogno di un contorno a punto scritto (tipo cucitura) o fantasia "corrente" (cuciture del tipo asterischi che si rincorrono, ecc.) che siano lunghi dai 3 ai 5 mm., che rientri verso il centro sagoma e distanziati dal cordoncino circa 2-3 mm. nel caso del punto scritto e invece nel caso del punto fantasia "corrente" si può arrivare fino a toccare il bordo cordoncino. Questo serve a fermare il materiale all'interno della sagoma, altrimenti si strapperebbe.
Poi fate un cordoncino stretto lungo il bordo della sagoma.
Che dite? ahhahahaha non avete capito nulla! Allora guardate la foto di una punchatura che ho fatto:



Bene, dopo questo passaggio MOLTO importante passiamo al ricamo. Intelaiate il capo che dovete ricamare e centratelo.
Esegiute tutto il ricamo.
Strappate con colpo deciso il vellutex e come per magia la vostra sagoma apparirà bella che finita!





La differenza con il feltro? Per primo, non si deve tagliare il feltro in applicazione, posizionarlo e ricamarlo, per secondo il Vellutex è molto più bello visivamente perchè sembra velluto.
Alla prossima.

Il ricamo

Il ricamo a macchina è una serie di punti che automaticamente vengono eseguiti dalla macchina domestica o da una macchina da ricamo semi-professionale o industriale.
Ma cosa fa la differenza tra un ricamo di pregio e una serie di punti? Le variabili sono tante e proverò a spiegarvele:

• punchatura o digitalizzazione: molto dipende da questa operazione, chi puncha un ricamo deve tenere conto del tipo di capo dove il ricamo verrà eseguito. Un ricamo che apparentemente è uguale su una T-shirt e su una giacca a vento, non lo sarà in fase di creazione (cambiano variabili come impuntura/imbastitura, densità del punto e compensazione). Dovrà tenere conto dei sormonti tra cambi colore, annodature,direzione del punto, ma di questo parlerò più avanti.
• Stabilizzatore: esistono centinaia di tipi di stabilizzatore ed ognuno serve per una tipologia di capo, per tipo di ricamo e alle volte cambia anche in base al tipo di intelaiatura che si intende fare.
• Filo: il ricamo risulterà diverso se fatto con Rayon/Viscosa, Poliestere, cotone, ecc. e sottospola con vari titoli di grossezza
• Tensioni filo della macchina.
• Tipo di ago montato e vita dell'ago montato
• Intelaiatura
• tipo di tessuto che si và a ricamare.

Come vedete, una persona alle prime armi avrebbe di che impazzire!
Ma iniziamo per gradi... La prima cosa da osservare a video è il ricamo vero e proprio e porsi la seguente domanda: questo ricamo, che mi piace tanto, lo vorrei fare su un capo ma è adatto?
• Tele sostenute tipo jeans, tovagliato, ecc.: in genere vanno bene quasi tutti i tipi di ricamo, che siano pieni, a punto croce, a cordoncino, punto scritto, applique (in questo caso scegliere un tessuto simile alla base e ritagliarlo nello stesso senso di drittofilo), ecc.
• magline, T-shirt: anche qui vanno bene la maggior parte di ricami. Tenete conto che se il tessuto è morbido e la maglina è al di sotto dei 150gr/mq. tenderà a produrre dei forellini negli angoli dei cordoncini e sulle curve dove c'è una maggior concentrazione di punti. Inoltre ricami con troppi sormonti o una densità alta (maggiore concentrazione di punti in un'area) produrrà gli stessi effetti di foratura e il più delle volte risulterà “corazzato” cioè duro al tatto.
• Tessuti elasticizzati tipo Lycra: in questo caso è meglio scegliere ricami con pochi punti, poche aree di riempimento. Saranno più adatti ricami a punti scritti fantasia e cordoncini. Il ricamo troppo pieno risulterebbe rigido e impedirebbe al tessuto di “muoversi” nella sua elasticità.
• Tessuti leggeri tipo tende, chiffon, velo da sposa (tulle), ecc.: ricami leggeri, anche con aree a punto pieno ma con densità bassa (poca concentrazione di punti) per evitare un appesantimento del tessuto e relativa “pancia” del ricamo.


Una volta scelto il soggetto per il nostro capo, si sceglierà il tipo di stabilizzatore da porre sotto e quello eventuale da porre sopra. Per questo vi preparerò una scheda a parte.
Terzo passaggio: l'intelaiatura. Spauracchio di molte, non sempre è così difficile una volta capito come si deve fare. Ci sono vari metodi:
• Primo metodo foglio di stabilizzatore più grande di 3/4 centimetri rispetto al telaio che vogliamo usare


IL RICAMO A MACCHINA

si centra il ricamo sul capo, si centra lo stabilizzatore e si attacca con colla spray sul rovescio del tessuto





e poi si intelaia tutto insieme





• Secondo metodo: due fogli di stabilizzatore incollati con colla spray e intelaiati. Si segnano i centri sullo stabilizzatore intelaiato e anche sul capo (in questo caso una T-shirt)



si incolla lo stabilizzatore e si pone il capo sullo stabilizzatore, in questo caso ruotato di 180° per permettere una migliore intelaiatura, avendo cura di controllare che non rimangano parti di maglia tra il punto da ricamare e il telaio. Si ferma il tutto con degli spilli.



Bisogna ricordarsi di girare anche il ricamo di 180° e per le T-shirt fermate in questa maniera sarebbe buona norma , adoperare dell'idrosolubile sopra affinché i punti non spostino la maglia.

Passiamo al ricamo: come siamo messi a tensioni dei fili????????????
La risposta in genere è :” il mio rivenditore mi ha detto di non toccare nulla e io non mi fido!”
Però con l'andare del tempo, le tensioni si modificano sulla macchina: i motivi sono molteplici dalle ganasce pressafilo che si riempiono di polvere e fili rotti, alle molle che tengono le ganasce che con gli anni non tengono come una volta. E poi una volta capita la tensionatura si può usare il filo metallico che fa impazzire tutte...
Per capirla basta fare un cordoncino largo 1 cm a ricamo. Giriamolo e osserviamo:

deve comparire in questa maniera:



e cioè il filo da ricamo deve occupare 1/3 del rovescio, poi 1/3 filo sottospola e di nuovo 1/3 di filo da ricamo, se il sottospola è più grande allora bisogna allentare la tensione superiore. Si prova per gradi: si allenta, si prova a ricamare e si controlla. Al contrario se il filo sottospola è più piccolo allora bisogna stringere la tensione superiore e si fanno sempre i controlli.
Anche da questo dipende un buon risultato di un ricamo, perchè se il filo non è ben calibrato, poi ci lamenteremo di spazi vuoti o di asole.
Alla prossima spiegazione.

giovedì 8 aprile 2010

Sorpresa!

Ieri ho fatto questo blog e stamattina con grande sorpresa trovo che tante hanno lasciato un commento. Non vi dico che felicità!
Intanto ringrazio tutte, ma un ringraziamento particolare và a Paola. Persona squisita e dolce, mi ha un po' "spinto" a creare questo blog. Visitavo spesso il suo e mi piace l'atmosfera che ha saputo creare. Un'atmosfera simile a quella che si crea con tante amiche davanti ad un buon caffè.
Vi devo anche confessare che purtroppo non ho moltissimo tempo per seguire tutto e così, se volete, dovrete sopportarmi a spizzichi e sprazzichi.
Ma vi prometto che cercherò di ritagliare un pochino di tempo per prepararvi foto e tutorial.
Nel post di benvenuto non ho detto molto di me e ve lo racconto quì:
sono nonna da quasi 4 anni di un piccolo terribile bimbetto che io chiamo Talebano perchè ad oggi spiccica pochissime parole comprensibili mentre le altre assomigliano ad una sorta di arabo che non capiamo e che lui cocciutamente tenta di insegnarci. E' praticamente nato dentro il mio laboratorio tra fili colorati, capi di abbigliamento, scatoloni ammassati ed il rumore di una monotesta e di una macchina da ricamo domestica gli hanno fatto da ninna nanna per anni. Lavoriamo su abbigliamento promozionale e sportivo (avete presente le magliette con ricamato il nome della ditta? Ecco quelle). Per l'abbigliamento sportivo abbiamo una macchina che taglia a forma una pellicola sottilissima che poi attacchiamo con la pressa a caldo (numeri dei giocatori di calcio).
Con le due macchine da ricamo riusciamo a fare con i salti mortali dai 250 ai 500 ricami alla settimana. Ma questo rosica tempo a tutto il resto... e non mi rimane nulla per seguire casa e animali.
Ahhhhhhhh mi sono dimenticata: vivo in una casa con un grande giardino in mezzo agli olivi e sono riuscita ad avverare il sogno della mia vita: avere animaletti. In questo momento possediamo 3 cavie peruviane, un cagnone (pastore tedesco)molto anziano nei suoi 14 anni e mezzo e molto grosso perchè pesa circa 40 kg., due oche mute che sono state recuperate da un parco e vivono da me in quanto maltrattate. E tra pochi giorni arriva un'altra oca.... anche quella maltrattata. Come potete capire "raccattiamo" gli animali che hanno bisogno ed abbiamo una amica veterinaria che ce li porta. Già questo dovrebbe darvi un'idea della confusione che regna, ma la cosa che rende ancora più caos è che ogni animale si è preso un ruolo diverso da quello che gli spetterebbe.... Vi faccio un esempio: una delle oche crede di essere fratello del cagnone. Vuole la stessa copertina, mangia dalla ciotola del cane e se arriva qualcuno che non conosce, alza la cresta e tenta di abbaiare senza riuscirci.
Vi assicuro che anche gli altri "pargoletti" non sono da meno...
Appena posso vi posto le foto così potete vedere.
Un strabacio a tutte.

mercoledì 7 aprile 2010

Forbici

Per eseguire bene un lavoro ci vogliono gli attrezzi giusti. Per questo parto con la spiegazione delle forbici e di come trattarle, anche se sembra banale. Normalmente in casa abbiamo due o tre paia di forbici che vengono usate indiscriminatamente per tagliare ogni cosa, salvo poi arrabbiarsi quando dobbiamo tagliare un pezzo di cerotto telato per una piccola ferita e le forbici non tagliano ma spezzettano, triturano e si appiccicano. Questo succede, il più delle volte, perché il compagno di vita per il suo bricolage le ha usate per spellare fili elettrici, il figlio per tagliare le figure dal giornale e noi per aprire il cartone del latte e magari per avvitare quella vitina che spuntava fuori dal mobile e che tutti facevano finta di non vedere.
Per il ricamo non è così, se non volete spendere un sacco di soldi e continuare ad arrabbiarsi per i risultati scadenti, seguitemi in questa spiegazione.

La pulizia:
non lavate le forbici con acqua e sapone, si arrugginiscono! Se proprio dovete, abbiate l’accuratezza di asciugarle perfettamente.
Le forbici vanno pulite spesso con un panno imbevuto di alcool.

Usi e consumi:
in commercio esistono una quantità indescrivibile di forbici per gli usi più disparati. Ognuna di noi troverà quella più comoda alle proprie esigenze, ma di seguito ve ne illustrerò alcuni modelli con i loro usi e soprattutto “non usi”

1. FORBICI PER IL TESSUTO:
le forbici per tessuto dovrebbero avere due misure, una di circa cm. 15-17 e una cm.25



L’importanza delle forbici

La lama è robusta e l’impugnatura dovrebbe essere come quella della foto perché risulta meno faticoso il taglio poiché si riesce a fare forza con tutte le dita della mano. Questo tipo di forbici, detto “da sarta” devono tagliare ESCLUSIVAMENTE tessuti. Attenzione quando tagliate pelle, tela cerata, alcantara da arredamento e tessuti con dentro lamè perché questi tessuti tendono a rovinare il filo delle lame. Piuttosto usate un paio di forbici più vecchie ma che comunque tagliano.

2. FORBICI DA STABILIZZATORE
Per tagliare i vari tipi di stabilizzatore o frisellina, adopero delle forbici lunghe da ufficio o delle forbici da sarta che non vanno più bene per il tessuto (personalmente ho forbici che hanno oltre 20 anni che uso per i tessuti e non hanno ancora perso il filo delle lame)




3. FORBICI DA RICAMO
Per il ricamo a macchina ne uso di diversi tipi.



Questo tipo è comodo per l’incurvatura della lama (riesce ad arrivare sotto il piedino premi-stoffa della macchina) e per le applicazioni la punta a paletta evita in fase di taglio di feltro possibili involontari agganci con il tessuto sottostante. La uso anche per il taglio delle patch sagomate che richiedono molta pazienza e precisione.
Poi ci sono quelle dette “collo di cigno” altrettanto comode ma un po’ più costose



Con queste arrivate benissimo sotto il piedino premi-stoffa della macchina ma non ci potrete tagliare il feltro o le patch.
Poi ci sono le normalissime forbicine da ricamo con le punte.
Per tutte una raccomandazione: tenetene un paio per tagliare i fili metallici. Questi rovinano le lame perché contengono una striscia microscopica di alluminio o argento che sfregando con le lame e le appiattiscono.

A tutte auguro un buon lavoro!

martedì 6 aprile 2010

BENVENUTI



Voglio dare un benvenuto a tutte/i. Mi presento: sono una "scavezzacollo" di 46 anni amante del ricamo e di tutto ciò che può essere creato con le mani e la fantasia. Ho iniziato come hobby in seguito al regalo di una macchina da ricamo domestica, ma poi ne ho fatto un lavoro vero e proprio. Ho un'esperienza sulle macchine domestiche ed industriali di parecchi anni e se posso, aiuto chi stà iniziando questa avventura. Quando ho iniziato non esistevano siti, blog, gruppi o forum italiano su questo argomento e perciò capisco le difficoltà di chi ha una macchina da ricamo, un programma per punchare/digitalizzare e non riesce ad ottenere buoni risultati da subito. Difficilmente, dopo l'acquisto non indifferente di tale attrezzatura, si è seguiti da chi la vende con spiegazioni esaurienti... Perciò all'opera! Se avete domande, dubbi o volete consigli, chiedetemeli: sarò a vostra disposizione. Spero di creare un blog di passione e di scambi di esperienze e idee molto produttivo.
Vi aspetto...